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giovedì 13 settembre 2012

I gatti di Hemingway.


A cat in every place. Abbiamo già parlato di scrittori e gatti. Abbiamo già citato Hemingway. Nonostante fosse un accanito cacciatore e pescatore, aveva una particolare predilezione per i gatti, ne ha avuti tantissimi nella sua vita.

venerdì 7 settembre 2012

Omero gatto nero.



Ciao!
Oggi volevo parlarvi di un libro che ho letto recentemente: Omero gatto nero. Dal titolo sembrerebbe un libro per bambini, invece si tratta della storia vera dell'autrice Gwen Cooper.  Ovviamente l'ho scelto perchè io ho una gattina nera, ma in realtà il fatto che si racconti di un gatto nero non è il fulcro del libro.
Gwen aveva già due gatte, Vashti e Rossella, quando la sua veterinaria le ha proposto un'adozione del cuore.
Omero è un gattino nero, a cui, a causa di un'infezione agli occhi, hanno asportato entrambi i bulbi oculari. Omero è un gattino cieco. Gwen se ne innamora  da subito, lo accoglie nella sua casa e cerca di rendergli la vita più facile possibile. Non è semplice, diversi accadimenti rendono tutto più difficile. Gwen è costretta a lasciare la casa dove vive, perde il lavoro e per un periodo è costretta a staccarsi dai suoi gatti, finché trova un altro lavoro e una nuova casa anche se rimane precaria. Chi ha un gatto sa che ai felini i cambiamenti non sono molto graditi, in più Omero non vede e farlo abituare all'ambiente nuovo richiede sempre un po' più di tempo. Il nuovo arrivato però è un gattino intelligente, si abitua in fretta. Il trasloco definitivo è quello di New York, segnato anche dall'11 settembre, sarà un periodo di ansia e angoscia per la scrittrice e i suoi felini, ma tutto si risolverà per il meglio.
Gwen troverà anche l'amore, un amore che dovrà accettare incondizionatamente i suoi mici e così sarà.
Sembra strano che un animale possa dare degli insegnamenti ad un uomo, invece l'autrice lo sottolinea più volte, Omero per lei è un esempio. E' la forza di non arrendersi, di andare avanti nonostante tutto.
Io ve lo consiglio perché ho letto la passione e l'amore di una vera gattofila, tutte le attenzioni che solo chi ama i gatti può dare. Bellissimo! Leggetelo!

lunedì 4 giugno 2012

Le Chat Noir, un gatto sempre attuale.

Oggi mentre accarezzavo il pelo nero e vellutato della mia gattina ho pensato, non posso non scrivere de "Le Chat Noir".
Primo locale di cabaret di Parigi fondato da Rodolphe Salis nel 1881 nello storico quartiere di Montmartre. Simbolo della vita bohèmienne, luogo d'incontro di molti artisti, poeti, scrittori, cantautori, oggi ciò che si ricorda principalmente è la sua insegna riprodotta in tutto il mondo, un fiero gatto nero dagli occhi gialli.


Ci sono due ipotesi sul nome, la prima dice che Rodolphe Salis abbia chiamato così il suo locale perché davanti ad esso girava sempre un gatto nero, la seconda, perché durante i lavori di ristrutturazione è stato ritrovato un dipinto rappresentante un black cat.
Ovviamente preferisco la prima versione, molto più romantica.
Oggi dello storico locale non rimane più nulla, però nella stessa via, allo stesso numero, in boulevard de Clichy 68, è sorto un hotel omonimo che lo rievoca. Le atmosfere non sono proprio quelle dell'epoca, il design infatti è super moderno, però ci sono ovunque sagome di "chats noirs" e personaggi bohèmiens.
Le tariffe sono medio-alte, durante l'anno eventualmente ci sono varie offerte per poter dire di aver soggiornato nello stesso luogo dove passavano grandi uomini di cultura ed essere un po' bohèmien anche noi.





Per celebrare ancora di più questo covo di artisti, sempre a Montmartre è nata una galleria d'arte contemporanea "Le Chat Noir" ovviamente, che dichiara proprio di ispirarsi a "quella bella storia".
Inutile parlarvi dei numerosi souvenir che riprendono la famosa insegna, poster, targhe in metallo, gioielli, borse e accessori di ogni tipo. Non riuscirete a fare a meno di tornare a casa con qualcosa.
Ma se non si fosse chiamato "Il gatto nero" oggi dopo più di due secoli la sua immagine sarebbe stata ancora così attuale?
Vi lascio con questa domanda. Buona settimana!




martedì 29 maggio 2012

Gatti da raccontare.


«Se sei degno del suo amore, un gatto sarà tuo amico, ma mai il tuo schiavo». (Théophile Gautier)

«Vorrei avere nella mia casa: una donna ragionevole, un gatto che passi tra i libri, degli amici in ogni stagione senza i quali non posso vivere». (Guillaume Apollinaire)

«I gatti dimostrano di avere un'assoluta onestà emotiva. Gli esseri umani, per una ragione o per l'altra, riescono quasi sempre a nascondere i propri sentimenti». (Ernest Hemingway)

Sono molti gli scrittori gattofili che hanno avuto e che hanno raccontato i gatti. Per citarne solo alcuni: Charles Baudelaire, Herman Hesse, Jean-Paule Sartre, Emily Dickinson, Pablo Neruda, Albert Camus, T.S. Eliot, Charles Bukowski, Colette.
Me li immagino, seduti davanti ad un tavolo intenti a scrivere con un pennino ad inchiostro o con la macchina da scrivere, il proprio amico seduto sulle gambe o lì, di fronte a loro, accucciato ad osservarli. Sì, magari qualche volta ha rovesciato l'inchiostro o ha incastratato i tasti della macchina da scrivere, però...che ispirazione!
Studiare ogni loro atteggiamento per raccontarli oppure accarezzarli in un momento di pausa, pensando al prossimo paragrafo da buttare giù. Chissà quanti meravigliosi libri sono stati scritti grazie anche alla collaborazione di questi fedeli compagni. D'altronde, dietro ad un grande scrittore c'è sempre un grande gatto.
Tra le scrittrici gattofile c'è Doris Lessing. Una delle poche a dichiarare il suo amore assoluto per i felini, una vera e propria gattara, ha accolto molti randagi nella sua casa e ha scritto diversi libri su di loro.
Io vorrei consigliarvi, di Doris Lessing, "Gatti molto speciali", storie di vita di mici diversi.
Un libro a volte cruento, a volte commovente, ma solo chi conosce bene i gatti può descrivere così in modo dettagliato ogni comportamento, ogni movimento, ogni istante della loro giornata.
Seguite con attenzione la "grigia", la "nera" e "il gatto abbandonato" Rufus, le prime, caratteri opposti anche se tutte e due femmine e lui, grato, ma non più disposto ad amare con tutto sè stesso gli umani che lo hanno tradito.


«Quando si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso da quello che si deve agli umani: un misto di dolore per la loro incapacità di difendersi, e di senso di colpa a nome di tutti noi».
Doris Lessing, Gatti molto Speciali, 1967.